
Maria Rita: Quando un artista che ha accompagnato la tua adolescenza, i tuoi momenti felici, i tuoi momenti di sconforto se ne va, si hanno due reazioni: ti senti un po’ più vecchia e hai la netta sensazione che un pezzo della tua vita sia stato strappato via. Si, perché Geroge Michael era troppo giovane per andarsene. Bello, cappellone, io e le mie amiche tutte, sognavamo di incontrarlo, sognavamo che ci dedicasse uno dei suoi strepitosi sorrisi. Ricordo i miei pomeriggi in camera con altre compagne ad improvvisare coreografie su canzoni come “Wake me up before you go go” oppure “Freedom”o “Everything she wants”. Poi ad un certo punto può capitare di allontanarsi dagli artisti, di preferirne altri, di crescere, ma chi ha fatto parte di te, te lo porti dentro, perché nessuno potrà distruggere quello che è stato, ciò che ha rappresentato. Ecco. Questo mi è accaduto quando ho saputo della morte di George Michael. Lui non c’è più, non l’ho mai incontrato, non mi ha mai dedicato uno sei suoi strepitosi sorrisi, ma lui ha fatto parte della mia vita, e, la potenza dei ricordi, per fortuna, è proprio questa. Per un attimo sono tornata ad inventare coreografie in quella cameretta piena di sue foto.