
Un giorno ricevo un messaggio: “Ciao Mari, organizziamo una festa d’autunno? Ci sei?” ed ho risposto subito di sì, proponendo anche di realizzare un cartellone per “condire” la serata, uno di quei cartelloni che si facevano alle scuole elementari, avete presente? Vi sono tornate in mente le parole della maestra? “ Bambini, raccogliete le foglie cadute dagli alberi e poi le incolliamo sul cartellone…” quella a cui vado è una festa fra adulti, amici vecchi e nuovi, che non vedo da un po’: vino, cibo, soliti e insoliti discorsi. Ma sento che a tenerci uniti e a volerci insieme, col pretesto della Festa d’Autunno, e poi quella di inizio Estate ( perché abbiamo organizzato anche quella e tante altre a tema ) siano il bambino e la bambina che un tempo siamo stati. Ci sono parole chiave come “autunno” che risvegliano ancora quella parte più giovane e lontana della quale non possiamo fare a meno, pur volendo: abita dentro di noi, ma paghiamo noi. Date a questa frase l’interpretazione che più vi si addice, io la scrivo pensando al mio “conto”. Lasciatela venire fuori quella versione ingenua e genuina di voi, fatela respirare e soprattutto ascoltatela, parlateci, così diventate adulti più sereni, più leggeri e forti, socievoli, coraggiosi, capaci di affrontare ogni difficoltà, e di godere anche delle piccole cose. Vi auguro di ricevere inviti come il mio, di avere intorno persone che creano semplici pretesti per avervi vicino. La vita è tutta qui: stare insieme e vicini, insieme e vicini a se stessi, insieme e vicini agli altri.