
Jimmy: Che dire? Il Festival di Sanremo ha smesso di esistere? Direi il contrario. Forse l’esaurirsi della forte mediaticità dei talent ha donato nuova linfa alla manifestazione italiana più importante. Quest’anno ho avuto il piacere di vivere fisicamente ed emotivamente l’esperienza. La mia presenza nella città dei fiori durante la settimana del Festival è sempre stata un sogno da quando ero ragazzino e quest’anno ho finalmente potuto realizzare questo sogno. Le mie aspettative non sono state deluse. Una giostra. Una vera e propria giostra sulla quale sali e non vuoi più scendere. Fiumi di gente si riversano per le vie adiacenti al Teatro Ariston, teatro esternamente stile anni ’80, dove si concentra l’afflusso maggiore della settimana. Personaggi in auge, macchiette, i dimenticati, i frustrati, gli emergenti…Sanremo si trasforma per una settimana nella casa degli artisti più o meno veri e la cosa diverte tutti, non solo chi del Festival è appassionato, anche chi accorre da lontano per lasciarsi travolgere dall’entusiasmo del fenomeno, nonostante spesso ci si imbatta in qualcuno che nemmeno conosce il personaggio di turno che gli passa accanto, ma da cui comunque pretende una foto o un autografo. Alberghi assediati dai fans, cantanti sballottati senza pietà da un’intervista all’altra, gente pronta a rubacchiare tutte le composizioni floreali allestite per l’occasione, soggetti alla ricerca di un posto al sole che si inventano puttanate madornali pur di attirare l’attenzione e ricevere la richieste di uno scatto fotografico insieme…insomma un delirio…da vivere…perché è un’esperienza che tutti dovrebbero vivere, per lo meno per comprendere in pieno questa montagna russa che da 67 anni resiste all’ondata di mode susseguitesi nel corso degli anni. Di generazione in generazione in fenomeno subisce dei cali o dei rialzi, ma tiene duro e non soccombe.
E dopo questa meravigliosa esperienza non mi resta che dire solo una cosa: ben venga il Festival di Sanremo se riesce ancora, in questa Italia dell’apparenza, a radunare così tanta gente che almeno in quella settimana dimentica i problemi e si lascia cullare dalla frenesia dell’arte sottovuoto. Perché Sanremo è Sanremo.
Jimmy