
Maria Rita: Se avete una certa età, o meglio, se non siete più adolescenti, sicuramente, almeno una volta, vi sarete imbattuti nel telefono analogico. L’oggetto in questione riporta alla mente ricordi lontani, la cornetta, la rotella, il filo, gli spot pubblicitari, il lucchetto, che genitori esasperati dalle bollette troppo salate decidevano di applicare per evitare di farlo usare, anche se i rimedi si trovavano sempre. Un oggetto che eri lì, posizionato, di solito, su un lavoretto realizzato a uncinetto, oppure su una colonnina, con uno suono tanto assordante da non poter dire: “Non l’ho sentito squillare.” In Svizzera, durante un programma televisivo, hanno fatto un divertente esperimento con alcuni bambini, i quali, ritrovandosi davanti l’oggetto in questione, sono rimasti sbigottiti, non avendo la più pallida idea di cosa fosse, a cosa servisse e come si usasse. Impensabile un apparecchio che non avesse un collegamento ad internet, whatsApp etc. Allora pensavo che sarebbe bello se gli adulti di oggi facessero conoscere ai propri figli gli oggetti che hanno fatto la storia, da dove tutto è partito. Bisognerebbe creare delle ore di laboratorio a scuola per far respirare il passato ai piccoli, ne resterebbero affascinati e, forse, per qualche minuto, dimenticherebbero ciò che oggi li fa rimbecillire.