
Jimmy: Un film non per tutti. Questa cosa va subito chiarita. Quattordici nominations agli Oscar, ma se qualcuno si aspetta il facile filmetto musicale, non è così. Il lavoro straordinario del regista Damien Chazelle, nominato all’Oscar con questo che è solo il terzo film della sua carriera, ci fa viaggiare attraverso le diverse sfaccettature di uno stile di vita che è una scelta. Perché non si decide di diventare artisti, quel tipo di passione nasce con te, ma è anche vero che poi decidi se portarla avanti o meno. I sacrifici e le rinunce sono alla base di una scelta di questo tipo e chi lavora in ambito artistico, ma anche chi lo fa amatorialmente, può capirlo benissimo. Innesti di atmosfere da film anni ’30/’40, quando Fred Astaire e Ginger Rogers danzavano come se volassero sulle nuvole, immagini e colori sapientemente intrecciati, montaggi e rewind degni di nota, colonna sonora con sapienti incursioni nella musica jazz e soprattutto ciò che stupisce maggiormente è il doppio canale che viene utilizzato per dare profondità alla vita di entrambi i protagonisti.
Tutto il senso del film però è racchiuso nel finale, che non andrò qui a svelare, quando la scelta sembra diventare il momento più assurdo, anche se così non è…ma in pochi ne capiranno il significato perché molti si soffermeranno soprattutto sulla storia d’amore, che sembra la protagonista assoluta della pellicola. In realtà non lo è. Vincerà l’Oscar? Non si possono azzardare pronostici, anche perché alcuni film candidati non sono ancora arrivati in Italia e quindi non è possibile dare un’occhiata, ma come successe per Birdman (Oscar come miglior film del 2015) il film verrà maggiormente apprezzato da chi, mentre lo guarda, comprende di essere il vero destinatario del messaggio.