
Marianna: Martedì 12 Luglio 2016. Un giorno difficile da dimenticare, un giorno difficile da vivere. La campagna pugliese si tinge di rosso, il colore della tragedia, quella più straziante, quella più dura da accettare.
Un incidente sul tratto ferroviario tra Andria e Corato: due treni delle Ferrovie del Nord Barese si scontrano frontalmente causando morti e feriti. Mentre accade tutto questo, io sono in attesa del mio treno, quello delle 12.00, nella stazione di Barletta. Il telefono squilla in continuazione, le notifiche e i messaggi si susseguono.
I miei amici temono che su quel treno possa esserci io. Rispondo a mia madre: ha la voce rotta dal pianto e mi ricorda che se non avessi fatto tardi sul treno della tragedia ci sarei stata anch’io. Avvisi di chiamata continui, continue notifiche, tutti in pensiero per me, e in breve realizzo che Qualcuno mi ha voluto bene, anche stavolta.
Percorro quella tratta da 11 anni, ogni giorno, sempre in tarda mattinata: sono una pendolare e ne sono fiera perché il treno mi porta tutti i giorni al lavoro che ho sempre sognato di fare. Ho sempre preferito le Ferrovie del Nord Barese anche per raggiungere Bari, pur avendo a disposizione Trenitalia. Perché? Perché la Bari Nord e’ più sicura dei regionali, perchè negli anni è migliorata negli interni, nelle carrozze, nei servizi, nel personale sempre presente che ti fa sentire sicura, nella frequenza delle corse, perché per me è come una seconda casa e, nonostante questa tragedia, continuerà ad esserlo.
Non so con quale stato d’animo salirò di nuovo su quel treno dove decine di persone hanno incontrato la morte e altre la paura più viva e dilaniante, con ferite nell’anima che non andranno via. Non ho dormito stanotte, ho fatto sogni strani. Mi sento profondamente turbata e sofferente per coloro che la vita l’hanno persa, per i cari che dovranno convivere con una grande mancanza e con un immenso dolore.
Non posso ancora credere che sia accaduto: i treni sono stati sempre puntuali, hanno sempre fatto “coincidenza” nelle stazioni, ma, evidentemente, qualcosa è andato storto. Non oso immaginare come possa sentirsi il responsabile di tutto questo. Non credo mica si sia svegliato dicendo: “Oggi, faccio una bella cagata e compio una strage”.
E’ possibile però che ci sia stata un po’ di superficialità, scarso interesse da parte di alcuni nel porsi qualche dubbio? Mi viene da pensare: “Nessuno si è chiesto se fosse giusto rispettare un comando di via se a quell’ora, tutti i giorni, c’è una coincidenza da fare?”. La mia non è polemica, non è voglia di giudicare. Siamo umani e tutti sbagliamo. Il mio è sclero, delirio, dolore, timore.
Possibile che debba sempre arrivare una strage a ricordarci “forse” che ognuno di noi dovrebbe svolgere il proprio compito con vera dedizione, attenzione, rispetto e cura, sempre, ogni giorno come se fosse il primo? Porsi dubbi, pensare, riflettere, confrontarsi, chiedere, “alzare il dito” per chiedere un chiarimento, spiegazioni, senza dare nulla per scontato. Se per anni il binario unico non ha mai causato problemi, non credo che la causa sia da attribuire solo ed unicamente a questo.
Cogliamo questa brutta occasione. Riflettiamo sulle nostre azioni, sulla nostra condotta: facciamo veramente qualcosa nella nostra vita per evitare danni o sofferenze agli altri e a noi stessi? O, “forse”, ci preoccupiamo, in maniera meccanica, di fare il nostro e “stop”? Tutti “belli noi” a scrivere sui social o a dire cose commoventi, a dire cose giuste e sagge, ma cosa facciamo davvero? Quanta coerenza c’è tra quello che diciamo e quello che facciamo?
Chiusa questa parentesi di puro pensiero personale, terrei aperta quella del rispetto e dell’affetto per le vittime e le loro famiglie. La Puglia è stata duramente colpita, pugliesi e non sono stati duramente colpiti da un destino atroce che chiunque di noi avrebbe potuto incrociare. Nessuno in questa vicenda ha voluto causare morti e feriti, ricordiamolo sempre, ricordiamolo nonostante la rabbia e il dolore.
Dopo questa agghiacciante vicenda, la nostra amata Puglia si fa ancora più spazio nel nostro cuore. Le persone strappate alla vita in questo incidente rappresentano un pezzo di Puglia che resta, dentro di noi, e che non andrà mai via.