
Le parole hanno un potere immenso ed è per questo che andrebbero usate coscientemente. Noi conduttori radiofonici lo sappiamo bene ma si tratta di una regola che vale per tutti, nella vita di tutti i giorni.
Ultimamente durante una qualsiasi conversazione, quando il mio interlocutore ( amico, parente, conoscente o perfetto sconosciuto che sia) mi rivolge la parola, capita sempre più spesso di sentirmi chiamare “amore” o “tesoro” come se avesse improvvisi vuoti di memoria e non ricordasse più il mio nome.
Mi chiedo se questo succede anche a voi e se vi fa piacere o vi crea una sorta di fastidiosissima orticaria. A me si! Soprattutto quando “amore” diventa un intercalare ripetitivo.
Quando desideriamo mangiare mele andiamo dal fruttivendolo e chiediamo un kg. di mele. Se andiamo dal panettiere e vogliamo il pane chiediamo del pane.
A questo punto, senza indugio, direi di passare subito all’azione e iniziare la nostra crociata “CHIAMAMI PER NOME” . Che ne dite?
Anche perché come cantava Arisa: l’amore è un’altra cosa!