
Non mi è concesso sapere se già nel 1951, prima edizione del Festival della canzone italiana, v’erano risvolti socio-politici ma, certamente, adesso le teorie che reggono sono almeno un paio :
- Leggerezza
- Complotto
Amadeus oggi, ma pure i predecessori mica scherzavano nell’innescare più o meno volutamente polemiche su concetti che avrebbero mirato a fazioni politiche, incontrovertibilmente.
Le polemiche fanno bene e creano l’attesa; del resto bisogna misurarsi con gli ascolti da record.
Mi chiedevo però se Red Ronnie che notoriamente si occupa di sola musica, vera, fosse ascoltato quando parla di falsi miti o cantanti super come se fossero detentori della poesia e delle verità in melodia.
Trap, Rap, Strap_pati alla strada, troppe volte, con disagi e occasioni di vita vissuta forti e poco educativi, forse, allontanano chi crede al Festival della musica e della melodia italiana; in nome degli sponsor, e dunque dei veri clienti, si sta provando a dare più attenzione alla performance visiva, attraendo un pubblico più giovane e meno avvezzo al Festival.
Più si spettacolarizza, più costa, più e’ diverso dalle idee comuni.
Non saprei se giusto elevare Sfera Ebbasta a super-ospite o inserire nomi che stanno “sviluppando l’arte” per creare intrattenimento “tele-visivo”.
Certo e’ che per i nostalgici come me, forse, un Sanremo senza dovere ricorrere a Ronaldo, Valentino Rossi ma con i Ramazzotti, Vasco Rossi, Fornaciari potrebbe tornare ad essere un Festival anche da “ascoltare”.
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