
Battaglie tra (finte) marchese, duchesse, pseudogiornalisti, fotografi e remake di talk che hanno portato in tintoria il vecchio sipario è quanto riusciamo ad offrire in un Novembre televisivo che non promette nulla di nuovo e neanche di buono ahimè, con quanto accade per le catastrofi naturali della nostra Italia.
Ci si chiede perché una quindicenne youtuber possa contare milioni di followers (prima erano fans) o se la partecipazione ad un reality possa garantire un futuro “facile” senza avere particolari doti intellettive; la verità è che noi siamo figli del nostro tempo (e di noi stessi).
Alimentiamo con ascolti un trash che è diventato costume tanto quanto lamentarsi di “certi” programmi che puntualmente “spiccano” per ascolti e popolarità.
Abbiamo superato l’era del pianto ad ogni costo, di un finto pietismo che lascia posto a volgarità, urla e tanta confusione.
Parafrasando Aldo Biscardi che ne IL PROCESSO diceva di “non accavallarsi”, oggi più ci si accavalla, meglio è!
Allora, se c’è bisogno di disintossicarsi per il prossimo Natale, accendi la radio e ascolta. Se poi ci metti attenzione, SENTI cosa abbiamo da raccontare.
La radio, meglio se la nostra.