
Chiude la giostra e tutto torna alla normalità. Anche se molti non vogliono ammetterlo, il Festival di Sanremo resta il fenomeno mediatico dell’anno. Quasi al pari di uno storico monumento, la kermesse si staglia su tutta la nazione senza aver bisogno di permessi. E noi ne diventiamo irrimediabilmente sudditi. Crolliamo di fronte al suo immenso e persuasivo potere e non possiamo esimerci in alcun modo. Quest’anno poi a tirare i fili della grande macchina c’è stato un inaspettato cantautore italiano, sempre molto restio e schivo davanti alla messa in mostra, ma scopertosi per nulla a disagio a comando di una nave di tale portata. I risultati sono arrivati e sono stati più che gratificanti. Cosa ha trionfato? Forse la musica, forse le chiacchiere, forse le polemiche, le gag, gli abiti sontuosi, i mitici duetti baglioniani… La voglia di un ritorno al passato, un passato che rivive attraverso una delle istituzioni che l’Italia può ancora vantarsi di avere, a differenza di tanto altro che non esiste più. Questo ha trionfato. E se riusciamo a tenere in piedi un evento che ogni anno ci appassiona e raccoglie i gruppi di ascolto in casa per la serata finale, allora…beh…teniamoci stretta questa giostra sulla quale possiamo salire solo una volta all’anno.