
Secondo antiche credenze popolari, i preti erano una categoria di persone dall’appetito particolarmente vorace, da qui l’augurio da parte delle classi più povere che questa pasta andasse loro di traverso mangiandola. D’altronde la forma non è delle più facili da inghiottire e secondo la satira comune, i preti erano talmente ghiotti da riuscire a trangugiare anche grandi porzioni di strozzapreti, rischiando il soffocamento pur di riempirsi lo stomaco. Alcuni sostengono invece che il nome si riferisca al fatto che le donne preparavano questa pasta per omaggiarla ai preti, mentre i mariti speravano che i clerici ci si strozzassero dal momento che vivevano più agiatamente dei ceti meno abbienti. Tipici di Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, si consumano con un ottimo sughetto di funghi, ragù di carne, sugo di pesce, pesto e verdure.
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