Archiviato il Festival di Sanremo, di questa edizione non si butta via niente, è stato tutto perfetto e anche molto apprezzato. I cantanti poi, piacciono non piacciono, così come le canzoni. Ognuno ha la sua preferita ed è giusto che sia così….ed è questo che mi porta a voler sviluppare un tema. Il Festival ha funzionato moltissimo sui social, commenti, spunti di riflessione, ma, purtroppo, anche insulti, improperi e volgarità. A che servono allora le campagne di sensibilizzazione. Lo hanno fatto sul palco del Teatro Ariston anche Marco Mengoni e l’attore Filippo Scotti con il loro elogio della gentilezza tra Costituzione e hater, c’è uno spot in tv che parla di cyberbullismo…poi basta andare sui social per leggere chi vomita violenza digitale. È successo anche sui cantanti in gara. Una fetta di italiani ha osannato Mahmood e Blanco, che non possono piacere a tutti, ma menomale, ma questo non si accetta. Quindi tu, che esprimi un parere diverso, sei uno che non capisci niente. Perché? Non è dato saperlo! Parlando di canzoni, è importante lo stato d’animo di chi ascolta, è importante il vissuto di chi ascolta. Quindi oggettivamente può, una canzone essere bella, ma non arrivare. Questo non autorizza nessuno, NESSUNO, ad offendere. Le strade sono due, puoi decidere di non esprimere la tua vera opinione ed eviti coinvolgimenti e puoi dire la tua, con voce alta, ma devi farlo solo se sai di essere forte, a tal punto da non farti travolgere da parole che possono davvero ferire. Perché facciamo fatica ad accettare chi la pensa in modo diverso da noi?