
Un po' di giorni fa se ne è andata Raffaella Carrà. Nessuno sapeva della sua malattia, la sua decisione, assolutamente lecita, di non condividere l'ultimo tratto della sua vita, e le parole scelte da Sergio Japino per dare la notizia, mi hanno portata a fare qualche riflessione.
"È andata in un mondo migliore."
Così scriveva nel post social il suo affezionato amico, rimastole accanto dopo una relazione sentimentale durata tanti anni. La scelta di restare chiusa nel proprio dolore e circondarsi solo di poche persone fidate, perché sapeva cosa fosse diventata la televisione, con quanta morbosità si sarebbe accanita sulla notizia della malattia. D’altronde lei ha sempre difeso la sua vita privata, e lo ha fatto fino alla fine. Sicura di quello che è stata, e un talento del genere non ha bisogno di “fare rumore” per attirare l’attenzione, perché non ha nessun vuoto da riempire, nessuna lacuna artistica da coprire.
Raffaella Carrà, brava, rivoluzionaria, una persona perbene, seria, riservata, una vita spesa a lavorare duramente. Sì, perché il pubblico merita rispetto, studio e fatica.
Una bella lezione di vita professionale e umana.